GIORNO 1 – 28 aprile: SI VOLA!
LA NOSTRA PRIMA TRASFERTA FUORI REGIONE
✈️ Da elfi a viaggiatori: il primo volo di Mizar e Punti di Vista ETS ✈️
Sabato 28 aprile è stato il giorno dell’inizio. Per l’associazione Punti di Vista ETS e per il gruppo Mizar – composto da ragazzi ciechi, ipovedenti e vedenti – si è trattato della prima vera trasferta fuori regione. Un momento storico, carico di emozioni, aspettative e tanta voglia di esplorare insieme.
Il viaggio è cominciato in aeroporto, tra zaini, abbracci e qualche sguardo emozionato. Per alcuni era la prima volta che salivano su un aereo senza genitori: un’esperienza che ha unito ancora di più il gruppo, tra mani tese, indicazioni sussurrate e sorrisi condivisi. Volare insieme ha significato anche lasciarsi alle spalle la routine e aprirsi all’imprevisto, al nuovo.
Atterrati a destinazione, ci siamo presi il nostro tempo per il primo pranzo fuori Sardegna tutti insieme, tra chi descriveva il paesaggio e chi porgeva una bottiglia d’acqua con naturalezza.
Piccoli gesti, grandi connessioni.
Siamo poi saliti su uno shuttle che ci ha condotto nel cuore della città. Nel primo pomeriggio siamo arrivati al residence dell’Istituto Cavazza, che ci avrebbe ospitato nei giorni successivi. Abbiamo lasciato i bagagli e ci siamo subito diretti verso i Giardini Margherita, uno dei luoghi più verdi e vivi della città. Lì abbiamo fatto il nostro primo cerchio della trasferta: ognuno ha trovato il proprio spazio, ha ascoltato, ha parlato, ha respirato il senso di gruppo, ha ricordato e rinnovato il proprio “nome elfico”.
Poi c’è stato tempo per esplorare il parco, fare merenda sull’erba e continuare a sentirci davvero parte di qualcosa di comune. Tornati al residence, le stanze sono state assegnate con cura, tenendo conto delle esigenze di ognuno, e la sistemazione all’Istituto è diventata l’occasione per vivere la convivenza con rispetto e leggerezza.
La serata è proseguita con una cena condivisa, tra racconti della giornata, scherzi e risate. Dopo cena, il salotto del residence Cavazza si è trasformato in un concerto di pianoforte grazie ad alcuni elfi musicisti che ci hanno regalato delle fantastiche melodie! Giochi, musica, chiacchiere e un’energia viva che ci ha accompagnati fino al momento della buonanotte.
Il primo giorno si è concluso così, tra la stanchezza dolce del viaggio e la consapevolezza di aver appena iniziato qualcosa di importante. Un gruppo che cammina insieme, ognuno con il proprio passo, ma nella stessa direzione.
GIORNO 2 – 29 aprile: TRA ARTE CHE SI TOCCA E CIELO CHE SI ASCOLTA
🎨🌌 Tattile, gustoso, cosmico: un giorno pieno di prospettive nuove 🎨🌌
Il secondo giorno è iniziato con il profumo di colazione e una lentezza consapevole. Il gruppo si è svegliato con una nuova energia, quella che arriva quando si inizia a prendere confidenza con i luoghi e i tempi.
La prima tappa è stata il Museo Anteros, dove ci ha accolti Loretta Secchi. Il suo laboratorio è stato molto più di una lezione: è stato un viaggio tra arte e sensi, tra linguaggio tattile e pensiero visivo. Abbiamo parlato di propriocezione, di come il corpo e il movimento contribuiscano a costruire la nostra percezione del mondo. L’arte in basso rilievo, pensata per essere esplorata con le mani, ha aperto prospettive nuove anche a chi è abituato ad apprezzarla con la vista. Loretta ci ha invitati a rallentare, a sentire, a cambiare punto di vista: per molti di noi è stato un momento rivelatore, per altri una conferma.
Dopo il laboratorio, una merenda all’aria aperta in piazza ha riportato tutti alla leggerezza del sole, del vociare della città, del semplice stare insieme. Il pranzo è stato una scoperta tutta bolognese: panino con la mortadella, dove il gusto si è fatto ricordo. Qualcuno l’ha assaggiata per la prima volta, e il commento unanime è stato: “Ne valeva la pena”.
Passeggiando verso Piazza Maggiore, il gruppo si è lasciato andare all’osservazione della città: chi descriveva quello che vedeva, chi ascoltava i suoni del centro, chi semplicemente si godeva il camminare insieme, tra sassi antichi e voci moderne.
Nel pomeriggio, ci aspettava un’esperienza straordinaria: la visita all’Osservatorio Astronomico e al radiotelescopio, dove Stefania e Rachele ci hanno accolti con grande disponibilità. Anche qui, l’aspetto sensoriale è stato protagonista. L’universo che è a noi invisibile e spesso tradotto in immagini, si è fatto suono e tatto! Le spiegazioni, dettagliate ma accessibili, hanno reso la scienza qualcosa di vivo. Toccare, ascoltare, immaginare: il cielo si è avvicinato, nonostante la sua distanza.
Al rientro all’Istituto, docce e relax. Il corpo aveva bisogno di riprendersi, la mente di elaborare. La cena è arrivata come un nuovo momento di incontro, più intimo, più rilassato. Le chiacchiere si sono fatte più profonde, i legami più solidi.
La sera ha portato con sé qualcosa di inatteso. Un momento in cui il gruppo ha semplicemente vissuto. Senza programmi, senza orari. Forse musica, forse parole. Forse il semplice fatto di essere lì, insieme, a fine giornata.
Un giorno pieno, ricco di stimoli e di prospettive. L’arte, il gusto, il cielo: tutto sembrava parlare una lingua nuova, ma comprensibile da tutti, perché parlava di connessioni autentiche.
GIORNO 3 – 30 aprile: ARRIVEDERCI BOLOGNA, CI PORTIAMO DIETRO MONDI
🎉 Tecnologie, tortellini e nuovi incontri: l’ultimo giorno lascia il segno 🎉
L’ultimo giorno della nostra trasferta è iniziato con un momento speciale: il compleanno dell’elfo mizariano Leo, nome elfico “Pronto Pizza”. Un canto collettivo, un sorriso che ha fatto il giro del gruppo e quella sensazione che, ormai, fossimo diventati davvero una piccola famiglia in viaggio. Festeggiare insieme, lontani da casa, ha reso tutto ancora più intenso.
Dopo la colazione, abbiamo liberato le stanze con cura e gratitudine verso un luogo che ci ha accolto e sostenuto. Subito dopo, ci siamo immersi nell’ultima attività formativa, il laboratorio Tolomeo condotto da Fabio Fornasari, Silvia e Michela. Un incontro che ci ha guidati in un’esplorazione tra storia, arte, percezione e tecnologia. Fabio ci ha parlato di accessibilità non come eccezione, ma come modo di abitare il mondo. Ci ha invitati a pensare con il corpo e con i sensi. Con lui abbiamo visualizzato la città di Bologna come se fosse braccia, gambe, corpo… e se ti trovi nel cuore, che è la Fontana di Nettuno, per arrivare all’Istituto Cavazza, devi passare per il braccio sinistro!
È stato un momento che ha lasciato tracce interessanti e nuovi spunti di creatività condivisa, da riportare magari nella nostra città!
Conclusa l’attività, ci siamo concessi una passeggiata lungo via d’Azeglio, la musica di strada, i suoni vivi della città. Un tratto breve ma pieno, dove ognuno ha colto qualcosa: un dettaglio raccontato, un suono descritto, una sensazione personale. Era un modo per salutare Bologna con lentezza e presenza.
A pranzo, ci siamo ritrovati tutti attorno a un tavolo per gustare i classici della cucina bolognese: tortellini, cotolette, lasagne, tortelli. Il clima era rilassato, ma anche pieno di consapevolezza: ridevamo, commentavamo le giornate, condividevamo stanchezza e bellezza.
Il ritorno all’Istituto Cavazza ci ha riservato un’altra bella sorpresa: ad attenderci abbiamo trovato Serena, Luca, Martina e due nuovi elfi, Riccardo e Davide, assidui frequentatori delle attività dell’Istituto di Bologna. Il gruppo si è così arricchito ancora una volta, con nuove voci, nuovi intrecci. Abbiamo raccontato esperienze e ascoltato storie: un vero scambio, sincero, che ha reso tutto ancora più significativo e ha acceso la voglia di intrecciare sempre di più i nostri percorsi.
Poi è arrivato il momento della partenza. I saluti, le valigie, gli ultimi abbracci. In aeroporto c’è stato tempo per sistemarsi, cenare, scambiarsi impressioni. Qualcuno era già immerso nei ricordi, altri fantasticavano su dove sarà la prossima avventura.
Il volo è decollato tranquillo, ma ognuno portava con sé un bagaglio nuovo, fatto di incontri, scoperte, parole, risate e silenzi. E forse, anche se il corpo tornava a casa, qualcosa in noi stava ancora camminando tra gli affascinanti portici di Bologna.